Appunti di antropologia visuale, anno accademico 2011/2012.
Argomenti trattati:
• Guardare, vedere, osservare, rappresentare, per un'etnografia visiva
• Il settore e lo sguardo antropologico-visuale: l'evoluzione
• L'etnografia, oggi
• La revisione necessaria: la proposta di Faeta
• Bateson: il "vedere" ciò che si guarda
• Visione naturale e rappresentazione fotografica
• La realtà è prodotto della più angusta immaginazione. La fotografia come prova nelle scienze antropologiche
• Il nuovo assetto del mondo visibile
• L'esempio pratico: Ernesto De Martino
• L'immagine fotografica come interpretazione
• Lo sguardo dell'etnologo. E. De Martino, l'etnografia e l'etnografia visiva
• Il pensiero di Faeta
• Aby Warburg, l'antropologia, la fotografia etnografica
• L'etnografia di Warburg
• Il soggetto di Warburg
• L'ipotetica influenza di Warburg a De Martino
• Strategie dell'occhio. Metodo nella fotografia etnografica
• La contraddizione feconda
• La fotografia, specchio dell'autore
• La fotografia che annulla la percezione
• L'immobilità fotografica
• Segni. A margine di un corpus fotografico di autore ignoto
• Qualche riflessione sul film etnografico e sul video
• Il pensiero di Faeta sul video-tape
• Fotografia, cinema e realtà
• La funzione del cinema nell'etnografia
• Memoria, immagini, scritture
• La memoria sociale
• Le immagini indicali
Appunti di
antropologia visuale
Appunti di Marianna Tesoriero
Università degli Studi di Messina
Facoltà di Scienze della Comunicazione
Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
Esame di Antropologia Visuale
Docente: Prof. F. Faeta
Anno Accademico 2011/2012G UA RDA RE , V E DE RE , O S S E RV A RE , RA P P RE S E NT A RE , per un' et nograf ia
visiva
P er produrre un' et nograf ia visiva, cioè una descrizione t ramit e mezzi visivi di
un cont est o o di un event o ant ropologicament e signif icat ivi, si deve prima
cost ruire at t raverso un' at t ivit à complessa, un campo di osservazione, e poi da
quest o, t ramit e mezzi t ecnici, est rarre immagini. La crit ica decost ruzionist a o
post moderna, ha messo in luce la st ret t a relazione che int ercorre t ra
descrizione e int erpret azione. Descrivere non è un' at t ivit à neut ra, come si
t endeva a pensare, ai t empi della separazione gerarchica t ra et nograf ia ed
et nologia (o ant ropologia), ma f ort ement e connot at a in senso aut oriale,
essendo f ondat a sulla visione e sull' osservazione, sull' opinione di un sogget t o
misurant e e sulle regole comunicat ive e le convenzioni ret oriche proprie di un
medium, per il cui t ramit e quest i esprime la propria idea del mondo. I l discorso
et nograf ico dunque non è ogget t ivo, considerando che i cosiddet t i dat i
empirici della realt à alt ro non sono che visioni e int erpret azioni; ma non è
neppure, al cont empo, pienament e sogget t ivo, dipendendo da una prat ica
d' osservazione e dovendo rispondere alle regole e alle convenzioni,
predet erminat e e rest rit t ive di un mezzo, in part icolare della scrit t ura,
adeguandosi insomma alle regole di un genere let t erario. L' aut orialit à si
cost it uisce come punt o di raccordo t ra coscienza sogget t iva e leggi della
comunicazione e l' int erpret azione è il luogo d' incont ro e scont ro, art icolat o nel
t empo, nello spazio e nelle concret e dinamiche st oriche e polit iche, t ra realt à
sensibile e aut orialit à.
Malgrado alcuni acut i lavori di individuazione della component e visiva
nell' at t ivit à et nograf ica ed ant ropologica, l' analisi decost ruzionist a ha punt at o
essenzialment e sulla scrit t ura, sul mezzo at t raverso cui, cioè, in genere,
un' et nograf ia si dispiega e ordina, piut t ost o che sull' osservazione, sulla prat ica
di t erreno, cioè at t raverso cui si cost ruisce il dat o. Q uest ' ult ima si è eret t a a
ogget t o d' int eresse di un set t ore circoscrit t o della disciplina, quello appunt o
ant ropologico-visuale.
I L S E T T O RE E L O S G UARDO ANT RO P O L O G I CO -V I S UAL E : L ' E vo l u zi o n e
E ppure, l' osservazione precede nel t empo la scrit t ura e cont ribuisce alla
f ormazione del prodot t o f inale in modo rilevant e. S enza voler ent rare
all' int erno della quest ione int orno alle priorit à t ra percezione e pensiero, con le
ricadut e di ordine ermeneut ico che essa comport a, nell' int ent o di cost ruire un
modello concet t uale adat t o alle nost re discipline, occorre scomporre il campo
d' at t ivit à che convenzionalment e indichiamo con il t ermine osservazione, in t re
livelli.
1 A un primo livello le inf ormazioni vengono percepit e dall' occhio,
secondo un processo di t ipo biologico (L' O CCHI O G UA RDA ). O ccorre
marginalment e rilevare come l' occhio abbia la capacit à di percepire comunque
il mondo sensibile. S iamo in grado di ricevere st imoli visivi non solt ant o da
ogget t i sconosciut i, ma da ogget t i sconosciut i e anche in condizioni di
coscienza limit at a. Maurice Merleau-P ont y, nel suo lavoro di revisione
sist emat ica degli assunt i della psicologia classica, t eorizza l' esist enza di un
livello percet t ivo dello sguardo, la maggiore anzianit à di quest ' ult imo rispet t o al
pensiero.
2 A un secondo livello le inf ormazioni vengono riconosciut e e immesse in
ret i di signif icat o cult urale (L' O CCHI O V E DE ). Q uest ' at t ivit à è complessa e
presuppone processi diversif icat i di conoscenza. V i è innanzit ut t o un
riconosciment o, l' assunzione di un ogget t o a segno di se medesimo; vi è poi
l' elaborazione di un orizzont e sincronico di relazione per cui l' ogget t o acquist a
senso in rapport o al sist ema spaziale nel quale è inserit o e ad alt ri ogget t i; vi è
inf ine il riconosciment o di una dimensione diacronica per la quale l' ogget t o si
pone in relazione con il t empo e appare quale sint esi operant e delle sue
esist enze passat e e f ut ure, di quant o cioè non possiamo percepire in t ot o, ma
pref iguriamo con il sost egno di conoscenze ideologiche ed archet ipiche.
3 A un t erzo livello le inf ormazioni visive così elaborat e in f orma di
conoscenza sono inserit e all' int erno di una prassi cont inua e f inalizzat a
(L' O CCHI O O S S E RV A ). L' osservazione dunque è una prat ica visiva t esa a
met t ere in relazione gli ogget t i e gli event i secondo i t racciat i t est è enunciat i,
all' int erno di un campo di int erazione sociale st oricament e def init o al f ine di
produrre rappresent azioni della realt à. O sservare signif ica in sint esi, vedere in
sit uazione e per un f ine (cult urale, sociale o polit ico). L' osservazione è
un' at t ivit à carat t erist ica della realt à moderna e si pone in opposizione rispet t o
a f orme di visione, più o meno carat t erizzat e in senso met af isico o
cont emplat ivo; l' osservazione è in alt re parole, l' esat t o cont rario della visione
est at ica e t rascendent e: suo f ine precipuo è inolt re la produzione di immagini.
S e dunque l' at t ivit à di osservazione si connot a nel modo appena richiamat o,
ben si comprende come un' at t ent a analisi dei suoi processi appai cent rale.
L' et nograf o molt o spesso non riconosce l' ogget t o che si of f re al suo sguardo,
che è presuppost o come est raneo. Nat uralment e occorre dist inguere t ra
diversi scenari operat ivi e t ra diverse prat iche. La prat ica di t erreno europeo a
esempio comport a per l' et nograf o europeo o comunque occident ale un minor
grado di est raneit à visiva rispet t o a quella ext racont inent ale. L' et nograf o in t al
caso si muove in un mondo che riconosce, in linea di massima, e può
assumere nella sua ident it à cost it ut iva, anche se possono rest are in ombra gli
orizzont i sincronici e diacronici in relazione; colui che naviga in modi più
esot ici viaggia in una realt à ben alt riment i irriducibile.
L ' E T NO G RAF I A, O G G I
L' et nograf o di oggi cert ament e conosce più cose del mondo e al cont empo ha
cessat o di st upirsi nel senso di prest are un' at t enzione responsabile all' ogget t o
della sua visione, un' at t enzione assai lont ana da ogni est asi e rapiment o, ma
che propizia at t raverso la sorpresa e la f olgorazione l' assunzione dell' ogget t o
st esso nella prospet t iva di vit a del sogget t o riguardant e.
Malgrado t ali dif f erenze la prat ica et nograf ica in se comport a a prescindere
dagli ogget t i concret i su cui si esercit a, un grado di est raniazione int rinseca e
t endenzialment e radicale; si può f are et nograf ia di un cont est o quot idiano e
f amiliare, com' è not o, al f ine di sot t oporlo a una serrat a crit ica cult urale, ma
quest ' ult imo si inaugura proprio con una serrat a crit ica visiva, ovvero con un
processo di allont anament o e t emporaneo disconosciment o dell' ogget t o.
Nella condizione di est raniazione ciò che appare allo sguardo può divenire
segno, t rasf ormarsi in dat o et nograf ico, grazie a codici di rif eriment o che, in
primo luogo non sono visivi e in secondo luogo non provengono dalla realt à
osservat a ma da un insieme vario ed et erogeneo di conoscenze preesist ent i.
La percezione di un element o rit uale ignot o ad esempio non è agevolment e
riconosciut a ovvero non è assunt a a segno di se medesimo. L' osservat ore
deve inf at t i innanzit ut t o azzerare prof essionalment e i suoi orizzont i di
rif eriment o e riconosciment o. A t t raverso lo sguardo si sa, così , che si st a
t agliando un “P ezzo” ma non si sa vedere cosa realment e accade. Le
immagini che l' occhio raccoglie signif icano all' int erno di un orizzont e di
f unzionalit à di t ipo percet t ivo (raccont ano un t aglio) che è ancora inadeguat o a
port are inf o cult urali, a t rasf ormare lo sguardo in visione.
S i può sost enere ancora, alt ernat ivament e, lo sguardo con inf ormazioni,
desunt e da libri o alt re f ont i, che si rif eriscono al t ema, procedendo così a un
riconosciment o improprio, di t ipo dedut t ivo, del rit uale st esso. E nt rambi quest i
procediment i, in part icolare il 2° , sacrif icano lo sguardo, asservendolo a mezzi
conoscit ivi diversi, dando origine a una f orma di conoscenza pregiudiziale che
è simile a quella dell' et nograf ia pre-scient if ica. I llust ra ef f icacement e t ale
processo uno st udioso, Claude Melliassuox, egli ricorda come cert i t rat t i
originat i dalla diret t a osservazione dei f enomeni, derivino “non da un dif et t o
della percezione oculare, ma da un pregiudizio e da un vizio di ragionament o”,
e si realizzino t ramit e un procediment o di associazione permut ant e del
pensiero che egli def inisce A S P E R. Con ciò il sogget t o vede non quello che la
realt à sensibile of f re allo sguardo ma quello che egli sa, o può, o vuole
vedere. L' et nologo in ef f et t i, ricorda K ilani, non rivolge mai uno sguardo
complet ament e nuovo alle realt à che gli si present ano, poiché la sua visione
del nuovo è sempre guidat a da un modello preesist ent e e si realizza nella
reit erazione di esperienze precedent i.
L' et nograf ia e l' ant ropologia dunque a ben rif let t ere non sono st at e sin qui così
visualist e come comunement e si rit iene. S e è vero che si sono servit e della
vist a e dell' osservazione diret t a, che hanno cost ruit o una f orma di conoscenza
condizionat a da un campo gest alt ico, che in nome della vist a e
dell' osservazione hanno rit enut o, comunque, di dover af f ermare la loro
credibilit à scient if ica, non è vero che le conoscenze che hanno acquisit o siano
st at e cost ruit e in modo det erminant e t ramit e la vist a. Lo sguardo, proprio per
la sua ont ologica dif f icolt à a misurarsi con il cont est o est raneo, ha port at o
all' int erno della prat ica et nograf ica mat eriali semilavorat i che sono st at i poi
manipolat i e rif init i t ramit e e at t raverso st rument i percet t ivo-cognit ivi diversi.
L' osservazione è st at a in realt à un T O P O S ideologico che indicava in modo
riassunt ivo processi disparat i e discont inui che non t ransit ano sempre solt ant o
per l' occhio. Nell' ambit o delle corrent i rif lessive si è avvert it o il bisogno di
messa in discussione del paradigma visualist a.
L A RE V I S I O NE NE CE S S ARI A: L a p ro p o sta d i F aeta
F aet a sost iene che occorra una radicale revisione del paradigma visualist a
che insieme lo pot enzi e lo sot t oponga a regole nuove. I n t ale prospet t iva è
necessario in primis rest it uire pienezza allo sguardo dell' et nograf o, ridagli
un' ef f et t iva capacit à di t rasf ormarsi in visione. P er f ar ciò è opport uno
rimet t ere il percepit o al suo f lusso segnico, addest rarsi a cogliere cioè
l' ogget t o all' int erno del suo sist ema, a guardare le cose con gli occhi dei nat ivi,
nel presuppost o implicit o che quest o cust odiscano una radicale diversit à di
visione e d' immaginazione. Ma ciò signif ica che non si può considerare lo
sguardo preliminare nel rapport o et nograf ico e che bisogna t ransit are
propedeut icament e at t raverso un processo alf abet izzazione visiva. Durant e
quest o, come si apprende una lingua, si apprenderanno i signif icat i element ari
della visione, le regole e gli ordini segnici propri del t erreno. Di f ront e
all' universo visivo alt rui comunque occorre porsi con piena umilt à,
imparandone le regole prospet t iche e le leggi visive. Non si può diment icare
inf at t i che le nozioni di vicino e di lont ano o di alt o o di basso, quelle di
orizzont e, di volt a celest e, di spazio orizzont ale e vert icale, le concezioni
assonomet riche e prospet t iche mut ino prof ondament e da cult ura a cult ura e
da societ à a societ à, siano f ort ement e condizionat e dagli ordini sociali e
polit ici vigent i, det erminino inf ine, un' organizzazione complessiva della visione
e conseguent ement e un' idea delle rappresent azione del t ut t o peculiari.
BAT E S O N: I L “V E DE RE ” CI O ' CHE S I G UARDA
Come ricorda B at eson, quasi t ut t i in ef f et t i presumono di vedere ciò che
guardano e quest o perché i processi percet t ivi sono del t ut t o inconsci.
La conoscenza e la comparazione linguist ica possono divenire det erminant i
per rischiarare ordini concet t uali diversi e per illuminare, per cont rapposizione,
zone oscure della realt à. A nalogament e deve accadere per la vist a. La
conoscenza di un sist ema visivo diverso, dei suoi int erni ordini di relazione e
signif icat o, la comparazione con il nost ro, port at o alla luce, può consent ire di
accedere a ordini logico-f ormali di non immediat a esperibilit à.
I mezzi audiovisivi possono grandement e agevolare il processo di revisione
crit ica dell' osservazione sin qui delineat o. La f ot ograf ia in part icolare consent e
una crit ica dello sguardo di not evole ef f icacia: t ra gli st rument i di
alf abet izzazione visiva occupa un post o privilegiat o. La f ot ograf ia, permet t e
innanzit ut t o una valut azione analit ica dell' osservazione aiut ando a ricost ruire il
sist ema di relazioni che int ercorrono t ra gli ogget t i nella realt à indagat a. G li
element i signif icat ivi di quest ' ult ima si dispongono all' int erno dell' immagine
nella sezione spazio-t emporale che il ricercat ore ha scelt o di rit agliare. I l t est o
f ot ograf ico, cost ruit o con un det erminant e apport o del sogget t o raf f igurat o,
delle sue st rat egie, delle sue logiche, della sua presenza, della sua f orma,
cont iene gli element i di signif icazione propri del t erreno, i nessi di st rut t ura che
legano la realt à in una concat enazione dot at a di senso e di signif icat o. La
macchina f ot ograf ica non solt ant o of f re un t est o che cont iene le relazioni di
st rut t ura della realt à raf f igurat a, ma f ornisce inolt re document o dei processi di
t raduzione dello sguardo in visione e di inseriment o di quest ' ult ima nel campo
st oricament e segnat o dell' osservazione. La macchina f ot ograf ica in alt re
parole cost it uisce un insost it uibile st rument o di decost ruzione dello sguardo e
di individuazione dei codici che operano all' int erno della sit uazione di
int erf accialit à et nograf ica. P roprio per quest o l' ut ilit à maggiore della f ot ograf ia,
nell' indagine et nograf ica, si ha quando si vogliono organizzare ret i di dat i,
sost enut e da griglie di let t ura di t ipo crit ico, che consent ono la classif icazione
della realt à osservat a, quando si individuare le chiavi di volt a di un sist ema di
rappresent azione e i suoi schemi di let t ura paradigmat ica e sint agmat ica.
O ccorre ricordare come t ut t avia la macchia f ot ograf ica realizzi una visione
diversa da quella nat urale, proprio quest a art if icialit à permet t e il compit o
crit ico. Di t ale peculiarit à occorre t ener cont o quando si analizzano, nella
prospet t iva disciplinare, le immagini. La memoria et nograf ica inf at t i si
cost ruisce su immagini: quelle ment ali, quelle scat uriscono dalla scrit t ura,
quelle che provengono dai mezzi meccanici ( per quant o concerne il nost ro
discorso ossia dalla macchina f ot ograf ica). I primi due t ipi di immagine
originano dalla visione nat urale, il t erzo t ipo da quella art if iciale.
V I S I O NE NAT URAL E E RAP P RE S E NT AZ I O NE F O T O G RAF I CA
Nella visone nat urale l' import anza di un ogget t o dipende dal rapport o che
quest o int rat t iene con t ut t i gli element i del campo; in t ale ot t ica l' element o più
import ant e può essere a esempio il più lont ano come il più vicino, il più
cent rale come il più eccent rico rispet t o all' osservat ore. La macchina
f ot ograf ica, cost ringe al cont rario, l' occhio all' int erno di uno schema
prospet t ico rigido in cui le cose si dispongono secondo ordini di import anza
gerarchici, in relazione con il maggiore e minore grado di vicinanza con il
punt o d' osservazione.
La rappresent azione f ot ograf ica inolt re ordina la realt à secondo logiche
bidimensionali che det erminano uno scart o inf ormat ivo molt o elevat o, si
modella secondo dist orsioni orizzont ali e vert icali che dipendono dall' ot t ica
impiegat a. L' osservat ore si t rova così a dover lavorare su document i
anamorf ici, che porgono le inf ormazioni in modo peculiare e nascondo f inzioni
e inganni. L' et nograf o che usa la macchina f ot ograf ica opererà così in una
sort a di “no men' s land” in cui coordinat e diverse si mescolano e
sovrappongono, det erminando un disagio prospet t ico e rappresent at ivo;
l' et nograf o rappresent a il mondo secondo regole, largament e implicit e che
derivano dalla t eoria scient if ica della visione ma si dispiegano in una grande
libert à di scelt e f ormali consent endo il manif est arsi st orico del sogget t o e della
sua vicenda signif icat iva.
E gli si conf ront a con un sist ema di rappresent azione alt ro, al cui int erno le
regole razionalist iche della prospet t iva f ront ale possono non essere not e e
prat icat e o possono convivere con alt re, a esempio quelle gemellari o t ernarie.
E gli raccoglie dat i, inf ine, at t raverso un mezzo che pur basandosi su regole
della camera oscura rinasciment ale e sul principio della proiezione ort ogonale
delle linee visive in un punt o, le f orza, non consent endo quella libert à
d' inf ormazione circa l' ogget t o rappresent at o. I n un punt o assai part icolare
d' int ersezione prospet t ica dunque, l' et nograf o vede, osserva, rappresent a,
rielabora la sua rappresent azione t ramit e la memoria, la t rasf erisce nella
prassi scient if ica.
L' et nograf ia visiva, come si può dedurre da t ut t o ciò, pone all' ant ropologia
crit ica più problemi di quant o f orse non ne risolva. I nt rodurre t ut t avia alla sua
t eoria e alle sue prat iche signif ica part ecipare con specif ici st rument i crit ici, a
quel generale moment o di ripensament o che ha invest it o le discipline dopo lo
st rut t uralismo. È ut ile insomma f ot ograf are e f ilmare, all' int erno della nost ra
specif ica prassi di ricerca, ma è indispensabile int errogarsi in modo
sist emat ico su cosa f acciamo quando f ot ograf iamo o f ilmiamo, sul senso dello
sguardo ant ropologico e delle rappresent azioni che produciamo.
LA RE A LT À È P RO DO T T O DE LLA P I U' A NG US T A I MMA G I NA Z I O NE . LA
F O T O G RA F I A CO ME P RO V A NE LLE S CI E NZ E A NT RO P O LO G I CHE
S in dal suo apparire, alla f ot ograf ia è st at o at t ribuit o, nel più ampio cont est o
sociale come in quello scient if ico, un incont est abile carat t ere probat orio. S i
presuppone sempre che esist e o che sia esist it o, scrive S usan S ont ag,
qualcosa che assomiglia a ciò che si vede nella f ot o. Q uali che siano i limit i o
le pret ensioni del singolo f ot ograf o, una f ot ograf ia sembra avere con la realt à
visibile un rapport o più puro e quindi più preciso di alt ri ogget t i mimet ici. I l
t rat t o veridico della f ot ograf ia af f onda le sue radici al di là dei paradigmi
posit ivist i propri dell' epoca in cui essa nacque e si sviluppò, nell' egemonia
dello sguardo nel processo occident ale di cost ruzione della conoscenza. S i
pot rebbe risalire assai lont ano nel t empo per rinvenirne le t racce. P er f ermarci
all' epoca cont emporanea bast erà ricordare 2 aut ori: Maurice Merleau-P ont y e
Ludwig W it t genst ein. I l primo rit eneva f ondant i le relazioni t ra visione e
conoscenza e sot t olineava come quest ' ult ima dipendesse da quella. I l mondo
sensibile, egli scriveva, è più vecchio dell' universo del pensiero, poiché il
primo è visibile e relat ivament e cont inuo, ment re il secondo è invisibile e
lacunoso, a prima vist a non cost it uisce un t ut t o e non ha la sua verit à se nona
condizione di appoggiarsi sulle st rut t ure canoniche dell' alt ro. S e si ricost ruisce
il modo in cui le nost re esperienze dipendono le une dalle alt re secondo il loro
senso più proprio e se per met t ere a nudo i rapport i essenziali di dipendenza,
si t ent a di romperli in pensiero, ci si accorge che t ut t o ciò che per noi si
chiama pensiero esige quella dist anza da sé, quell' apert ura iniziale che per
noi è rappresent at a da un campo di visione.
W it t geinst ein invece inizia la sua rif lessione sost enendo che “I o so” ha un
signif icat o primit ivo a sua volt a simile a quello di “io vedo” e imparent at o con
esso. Un' immagine del sapere sarebbe secondo lo st udioso, la percezione di
un processo est erno per mezzo di raggi visuali che lo proiet t erebbero così
com' è nell' occhio e nella coscienza. S e lo sguardo possiede una salda
egemonia nella cost ruzione della conoscenza, il progresso delle scienze
moderne si carat t erizzerà in modo part icolare a part ire dal 19° secolo per
l' emergere del crit erio d' osservazione diret t a della realt à.
James Clif f ord ha sot t olineat o come la f ondazione di un' ant ropologia moderna
corrisponda, in ef f et t i, all' inst aurarsi di una visione diret t a delle cose at t raverso
l' ideologia dell' osservazione part ecipant e. I n t ale prospet t iva, un mezzo quale
la f ot ograf ia, che consent e di vedere, e di prolungare la visione nello spazio e
nel t empo, di dominare lo sguardo e di cont rollarne la nat ura f ugace e
aut omat ica, di raf f inare ed espandere l' area dell' osservazione diret t a, come
scriveva la Mead, viene elet t o a st rument o cardine di conoscenza, e di
organizzazione sociale e cult urale della conoscenza. S enza il bisogno di
cost ruzione delle immagini e di lor manipolazione a f ini polit ici, sia nel
cont est o della vit a quot idiana che in quello dell' elaborazione scient if ica, legat o
alla cont raddit t oria democrat izzazione della societ à occident ale e ai processi
di decolonizzazione, non avremmo avut o lo sviluppo della f ot ograf ia cui
abbiamo assist it o. La f ot ograf ia mat erializza il nesso int ercorrent e t ra visione e
conoscenza, ribadisce il primat o della visione ma, cont emporaneament e,
sot t rae quest ' ult ima all' ambit o sogget t ivo in cui viene elaborat a,
t rasf ormandola in document o inoppugnabile, dot at o di signif icat ivit à ed
operat ivit à sociale.
I L NUO V O AS S E T T O DE L MO NDO V I S I BI L E
L' invenzione della f ot ograf ia è il sint omo di un nuovo asset t o del mondo
visibile, di un nuovo approccio. P rova dunque, la f ot ograf ia, nella prassi
sociale e polit ica come in quella scient if ica. A nche in ambient e et nograf ico e
ant ropologico, com' era inevit abile, si è guardat o alla f ot ograf ia come prova
essenziale. Molt i aut ori del rest o hanno sot t olineat o come la nascit a e lo
sviluppo della f ot ograf ia e dell' ant ropologia procedano di pari passo.
S of f ermiamo sul nost ro P ese. P art icolarment e precoce ed abbondant e è da
noi la document azione relat iva alla realt à di t ipo et nologico, per l' esiguit à e il
rit ardo della dimensione coloniale. Non lo è af f at t o invece quella relat iva al
mondo popolare: le sue prime at t est azioni coincidono in prat ica con la nascit a
dello S t at o unit ario, con il manif est arsi virulent o di problemi e cont raddizioni di
t ipo sociale, che si t ingono di f ort i connot azioni et niche. I f ot ograf i che narrano
il grande brigant aggio post -unit ario, inf at t i, benché non indulgano cert o sul
cont est o sociale nel quale quest o mat ura, producono una prima rilevant e serie
di immagini et nograf iche di st raordinario int eresse. La f ot ograf ia in quest a
circost anza prova il t rat t o criminale connesso alla rivolt a cont adine del
Mezzogiorno e al cont empo l' ef f icacia dell' azione repressiva int rapresa dallo
st at o it aliano; a met à t ra prat ica scient if ica e prat ica poliziesca, essa
speriment a un paradigma che sarà durat uro.
Con un at t eggiament o dif f uso nella 2° met à del secolo, si most ra di credere
ciecament e nella prova f ot ograf ica per pot erla inserire, al riparo da verif iche,
in cont est i di signif icazione graf ica e verbale, ideologicament e connot at i, del
t ut t o debordant i la realt à document at a. La scienza, per riassumere, viene
vincolat a alla prat ica dell' osservazione diret t a e alla produzione di immagini;
alle f ot ograf ie viene at t ribuit a un' indiscut ibile pot enza analogica.
È il periodo del secondo dopoguerra che segna una svolt a net t a nella cult ura
polit ica e scient if ica it aliana. È luogo comune st oriograf ico che E rnest o de
Mart ino sia st at o nel nost ro P aese un iniziat ore dell' et nograf ia visiva per aver
egli largament e impiegat o nelle sue indagini di t erreno f ot ograf i e cineast i.
I ndubbiament e de Mart ino ha avut o spiccat o int eresse per la document azione
audiovisiva nelle ricerche et nograf iche ed è st at o int elligent e promot ore di
iniziat ive in t al senso. Ma, F aet a sot t olinea o meglio segnala, come il crit erio
element arment e probat orio con cui la f ot ograf ia è st at a impiegat a nel cont est o
scient if ico it aliano, con lui abbia una sua, pur incert a, at t enuazione.